Resoconto della gara: Liv ai Gravel Worlds

Sfrecciando attraverso le foreste del Brabante, nelle Fiandre, il Gravel Worlds ha offerto fango, ciottoli e condizioni meteorologiche imprevedibili che hanno spinto ogni ciclista al limite.

Liv ci racconta gli alti e bassi della competizione contro i migliori al mondo con il nuovissimo King Zydeco 2 .

" La mia qualificazione per i mondiali gravel è stata inaspettata. Non avevo in programma di partecipare a qualcosa di importante, solo qualche evento gravel locale e qualche giornata di divertimento con gli amici. Ma quando mi sono qualificato, il gioco è iniziato.

Volevo fare bene. Mi stavo già allenando al meglio delle mie possibilità, combinando studio e lavoro, cercando di essere un po' più costante. Nelle ultime settimane sapevo che la mia potenza e velocità erano buone. Dovevo solo crederci e stringere i denti."

"La partenza è stata frenetica, ma sono riuscito a posizionarmi nel gruppo di testa. Nel giro di avvicinamento ad Halle ho avuto un piccolo ma fastidioso guasto meccanico. Non avevo stretto a sufficienza la sella e si inclinava leggermente avanti e indietro, il che rendeva più difficile spingere comodamente a tutta potenza sui pedali.

Di conseguenza, ho perso il contatto con il gruppo di testa nelle salite e nei tratti più impegnativi, ma ero pronto per un pomeriggio di inseguimento. Non ero disposto a cedere senza combattere. Anche se, poco prima del giro di ritorno, mi è mancata la borraccia."

"All'inizio dell'ultimo giro non avevo quasi più acqua, solo due gel e i primi segni di crampi, ma sapevo di essere vicino. Troppo vicino per arrendermi. Così ho dato il massimo e sono tornato in testa.

La King Zydeco 2 era una bici velocissima. Aerodinamica e leggera quanto basta per spingere al massimo, comoda quanto basta per spingerla in discesa. La combinazione di pneumatici da 45 mm sulle ruote Fulcrum Sharq mi permetteva di lanciarmi in curva confidando nel grip. Tutti gli strumenti necessari per inseguire fino allo sfinimento.

"Nel gruppo di testa, una ragazza tedesca è stata la più dolce e mi ha dato mezza bottiglia. Era troppo tardi per prevenire i crampi, ma ha fatto un'enorme differenza nelle sensazioni. Arrivando al Ramberg ho cercato di mantenere la calma. Sapevo che questa salita sarebbe stata dura e dolorosa, ma anche un'opportunità per recuperare e posizionarmi bene per il rettilineo finale.

A quel punto i crampi erano un vero inferno, ma quando la folla è così rumorosa e sei così vicino al traguardo, c'è solo una possibilità: spingere. Ed è quello che ho fatto. Ho svuotato il serbatoio, svuotato tutte le riserve e ho spinto fino al traguardo.

Arrivare tra i primi dieci era il mio sogno prima di partire, ma realizzarlo con un nono posto è più che un sogno. Rivedere e sentire gli amici dopo l'arrivo e vedere tutto il loro supporto mi emoziona ancora. Giorni come questi sono ricordi da custodire gelosamente. Grazie ragazzi per aver partecipato a tutto questo!

📸: @jules_stallaerts

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