capitolo 1: cino il campione
Prima di diventare uno dei pionieri del moderno design ciclistico italiano Cino Cinelli è stato un grande campione di ciclismo.
Il palmarés della sua breve ma brillante carriera negli anni 1938-1944 comprendeva vittorie al Giro di Lombardia, alla Tre Valli Varesine, ai Campionati Italiani, alla Milano-Sanremo e otto giorni in maglia rosa al Giro d'Italia. 
In un'epoca di giganti (Gino Bartali e Fausto Coppi furono i suoi principali rivali) ciò che distinse Cino non fu solo il suo “motore” (cioè le sue naturali capacità fisiche) ma la sua attitudine mentale e la sua tecnica superlativa.
Gli articoli dell'epoca parlano di “ maestro di tecnicità ciclistica ” (Giuseppe Ambrosini sulla Gazzetta della Strada), di capacità di leggere bene la corsa - nel Giro di Lombardia del 1938 Cino spodestò il favoritissimo Gino Bartali sulle rive del Vigorelli in uno sprint a due, sorprendendo gli spettatori con la sua precoce astuzia e capacità di mettere pressione al grande campione – e con la sua capacità di dare il massimo sotto pressione come alla Milano-Sanremo del 1943 dove la sua squadra Bianchi si sacrificò per guidare Cino allo sprint che ha debitamente vinto. 
Ma forse la più grande testimonianza che rimane ancora oggi della grande classe di Cino come atleta è il manuale di ciclismo “Ciclismo” del 1968 edito dalla Federazione Olimpica Italiana e scritto da Cino Cinelli insieme agli allenatori Rimedio e Costa. Tradotto in inglese nel 1971, è rimasto un libro di culto e quasi una bibbia per generazioni di ciclisti orientati alla ricerca. 
Condividiamo qui alcuni oggetti e immagini tra i preferiti dal nostro archivio (inclusa una copia ben usata di Ciclismo) così come le “regole d’oro del ciclismo” che Cino ha impartito a un impressionabile giornalista in visita nella sua casa di campagna in Toscana nel 1996.
- Dedicati alla bicicletta interamente e completamente.
- Impara a conoscere te stesso, in modo organico, perché siamo tutti diversi.
- Credi in te stesso. Fino a 20 anni non pensavo di poter diventare un ciclista. Poi ho capito che potevo fare certi sacrifici.
- Miele. L'ho comprato solido da un amico. Lo avvolgevo con pezzi di carta oleata e lo mangiavo a circa 40-50 km dall'arrivo. Mi ha aiutato.
- Testa di legno”: una miscela speciale preparata per me dal mio meccanico fatta di 50 g di zucchero, succo di 3-4 limoni spremuti, 5 espressi e acqua per riempire il resto della borraccia. Mi ha asciugato la bocca ma nel finale di gara ha fatto la differenza.