capitolo 3: Cino l'uomo di buon gusto

chapter 3: cino the man of good taste

Ciò che forse distingue Cino Cinelli la maggior parte degli altri luminari dell'età d'oro del moderno design ciclistico italiano è sua buon gusto particolarmente raffinato e il suo desiderio di integrare considerazioni estetiche nel suo design anche solo per amore della bellezza, cosa molto insolita in un uomo così razionale!

I progetti più famosi e iconici di Cino infatti vanno ben oltre la filosofia dominante dei suoi coetanei “la forma segue la funzione”.

Ed è proprio questa capacità a bilanciare entrambi “la forma segue la funzione” E “bellezza per la ricerca della bellezza” all'interno dello stesso oggetto che pratichiamo ancora oggi e che continua a differenziarci dal resto del mondo del ciclismo.


Si racconta che Cino - figlio di piccoli proprietari terrieri cresciuto nella periferia rurale di Firenze - iniziò a maturare il suo concetto di gusto lavorando da adolescente per un piccolo editore e, successivamente, frequentando l'ambiente borghese della sua Svizzera. famiglia della futura moglie.


Qualunque sia la genesi del buon gusto di Cino (e della fiducia nell'esercitarlo) forse gli esempi più belli e iconici della sua espressione si trovano nella verniciatura della Supercorsa, nell'attacco 1R e nell'anodizzazione “lattiginosa” dei suoi componenti in alluminio, che di per sé è diventata una firma di qualità riconosciuta a livello mondiale.


Vernice Supercorsa : oggi è un po' difficile contestualizzare quanto fosse diversa una Supercorsa degli anni '50 da qualsiasi altra bicicletta da corsa italiana dell'epoca. Fino agli anni '60 era comune che le biciclette da corsa fossero verniciate in tonalità pastello opache, come le famose bici Celeste Bianchi. Ma dai primi anni Cinquanta in poi Cino, desideroso del Supercorsa – di cui volle mantenere una produzione limitata per poter essere visto ora come concorrente di marchi a cui forniva tubi (come distributore Columbus), manubri, attacchi manubrio e selle – da intendere come una bicicletta di lusso, ha aperto la strada all'uso della vernice metallizzata. La sua vernice metallizzata, disponibile nel classico argento, nella sua personale "rosa polvere" preferita e nello champagne, proveniva direttamente dallo stabilimento Alfa Romeo alla periferia di Milano. Insieme alla meticolosa attenzione ai dettagli nelle decalcomanie e negli stemmi, questa vernice conferiva alla Supercorsa un fascino unico e lussuoso.


Attacco manubrio 1R: 13 anni dopo aver rivoluzionato il mondo del ciclismo (e la propria attività) con l'introduzione del suo primo attacco manubrio in alluminio, l'1A, nel 1960, nel 1973 Cino ha presentato al mondo l'1R, l'attacco manubrio più bello del mondo (e magari di qualsiasi tipo...). Al di là della sua eleganza mozzafiato, l'attacco manubrio precede molte delle tendenze più importanti del ciclismo moderno grazie al suo design minimalista e all'assenza di bulloni visibili.


Finitura alluminio: posseduto da una forte vena di conservatorismo, Cino Cinelli arrivò tardi al mondo dei componenti in alluminio per biciclette. Verso la fine degli anni '50 – a causa di questa riluttanza, legata ai suoi dubbi sulla sicurezza dell'alluminio – Cino correva infatti il ​​rischio di perdere la sua posizione di leader nel marketing come produttore di manubri e attacchi manubrio a favore di nuovi arrivati. Quando, nel 1960, si impegnò finalmente a presentare la sua prima serie di componenti in alluminio, lo fece secondo le sue modalità, con proporzioni decisamente sovradimensionate (la sicurezza prima di tutto) e un'esclusiva finitura "lattiginosa" che conferiva ai componenti un aspetto radicalmente diverso da quello Cinelli. concorrenti (che simulavano l'aspetto dell'acciaio con le loro parti in alluminio).

Composto da tre fasi che hanno funzionato cumulativamente, strato dopo strato, per creare un risultato finale difficile da imitare, il processo è un distillato della filosofia estetica di Cino. La prima fase era una lucidatura manuale guidata in cui ogni pezzo, sia esso l'attacco manubrio o il manubrio, veniva incrostato con un detergente e lucidato con dischi di stoffa che ruotavano a velocità estremamente elevate fino a ottenere una finitura a specchio. Questo processo manuale, ma affidabile, è stato preferito alle soluzioni più economiche disponibili per l'alluminio, come l'elettrolucidatura, che otteneva facilmente uno strato superficiale di elevata lucidatura ma non poteva garantire una finitura coerente e simmetrica. La seconda fase è stata quella dell'anodizzazione, per la quale Cino ha scelto una finitura discreta, lattiginosa, che smorzava la lucentezza di ogni parte. Si trattava di una decisione estetica particolarmente audace e sofisticata, dato che così facendo Cinelli rinunciava ad esaltare il costosissimo processo di lucidatura manuale a cui i pezzi erano già stati sottoposti. Nella terza ed ultima fase, questa sensazione di discrezione è stata pienamente realizzata con un bagno di sigillatura, che, indurendo l'anodizzazione nel suo modo particolare, ha conferito ai pezzi una distintiva solida opacità, per non parlare di una durata superiore.

1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1998
1999
2002
2005
2010

VOCATO AL CAMBIO ELETTRONICO, SFOGGIA FRENO A DISCO E PERNO PASSANTE SU UN CARRO DAI POSTERIORI VERTICALI BASSI, PER LA MASSIMA AERODINAMICITÀ